Frangiflutti in pensione: l'erosione costiera ora si combatte col riciclo


In un mondo sempre più evoluto e dettato da sfide legate alla competizione internazionale, il segreto per mantenere un buon mercato è vincolato da due fattori strettamente dipendenti: la qualità e l'innovazione. La ricerca di nuove forme di energia e lo studio di materiali riciclabili sono la chiave ai problemi ambientali e ai consumi energetici.

Già nel post inerente alla presenza di materiali sostitutivi si era discusso di una possibile alternativa al comune frangiflutti. Rimanendo legati alla sfera dei materiali innovativi, un giovane brindisino Giuseppe Tamburrano ha escogitato delle barriere composte da materiali riciclati che possono essere realizzate e installate dal gestore di uno stabilimento balneare privato ma che potrebbero tornare utili anche alle pubbliche amministrazioni.


In particolare la barriera è costituita da «una base e da un’ala accoppiata alla suddetta base in posizione inclinata rispetto ad essa». La base è provvista sia di «mezzi di accoppiamento per l’associazione con l’ala» che di «mezzi di accoppiamento per l’associazione con un sistema di ancoraggio», fino a formare «un alloggiamento atto al recupero di sedimenti». In virtù di questa conformazione, il modulo consente all’onda che trasporta sedimenti di superate l’ala, infrangersi sulla battigia e tornare indietro, depositando i suoi sedimenti nell’alloggiamento ottenuto tra base e ala, in particolare attraverso la riduzione dell’energia di riflusso determinata dal decadimento dell’onda per mezzo ella barriera. [Per saperne di più clicca qui]

di Gianluca Greco 

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