Distribuzione delle barriere artificiali e il "serpente guardiano"

Estratto di un articolo tratto dal quotidiano "Puntodincontro"

La barriera artificiale non ha una precisa localizzazione o brevettazione che la rende unica e indistinguibile da un Paese all'altro. 
Il fenomeno dell'erosione costiera e il conseguente effetto risolutivo dovuto all'azione di frangiflutti è divenuto ormai un argomento di ampia critica e discussione che quotidianamente, senza distinzione, ricopre pagine di giornali di tutte le città colpite da tale evento naturale.
Fare un elenco delle spiagge che hanno adottato l'utilizzo di barriere frangiflutti nel mondo risulterebbe prolisso e al tempo stesso inutile al lettore. Ciò che invece potrebbe interessare il pubblico è l'evoluzione che ha subito questo semplice elemento di difesa costiera fino al raggiungimento di grandiose opere architettoniche che le rendono uniche nel proprio genere e funzionamento. Ad oggi la testimonianza più incredibile di barriera artificiale è senza dubbio quella in costruzione nel mar dei Caraibi messicano, ideata per preservare la più vasta barriera corallina dell’emisfero settentrionale, a sud di Cancún. È stata battezzata Kan-Kanán, che in lingua maya vuol dire «serpente guardiano».

IL SERPENTE GUARDIANO

La barriera di quasi due chilometri di estensione è situata a largo di Puerto Morelos, con lo scopo di proteggere le numerose specie animali e vegetali che popolano la seconda barriera corallina più grande del mondo.
Il progetto di difesa costiera è frutto di un intenso studio portato avanti da oltre cento esperti tra cui ingegneri,architetti ed esperti nel settore marittimo. La struttura sarà composta da oltre mille elementi piramidali (simili alle strutture reef viste nel post "Barriere frangiflutti sommerse") costruiti in cemento arricchito di micro-silice.

L’opera è costituita da oltre 800 strutture piramidali cave, dal peso di 10 tonnellate ciascuna

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